Maria Cristina Galigani

Nejang

Yoga Tibetano di Autoguarigione

Nejang

Yoga Tibetano di Autoguarigione

Nel Tibet antico la pratica yogica era strettamente connessa agli insegnamenti del Buddhismo esoterico o Tantrico, che per lungo tempo ha mantenuto segrete molte delle pratiche fisiche e spirituali ad esso collegate. 

La trasmissione delle tecniche yogiche avveniva oralmente direttamente da maestro a discepolo, per questo non è facile trovare pubblicazioni in merito e alcuni testi che sono poi stati tradotti, hanno necessità di spiegazioni approfondite da maestri qualificati.

Ad oggi alcune di queste tecniche yogiche sono state rese pubbliche, poiché si è giunti al tempo propizio per la loro manifestazione, che integra pratiche di yoga fisico, che promuovono il benessere e la salute, a pratiche di natura spirituale ed esoterica, che conducono il praticante verso la comprensione della sua natura autentica e ad un'espansione della coscienza.

Lo yoga tibetano Nejang fa parte degli insegnamenti resi pubblici e trasmessi direttamente, per quanto mi riguarda, dal Dott. Nida Chenagtsang, Maestro di Medicina Tradizionale Tibetana, dal quale sono stata autorizzata alla trasmissione.

La parola Nejang letteralmente significa "purificazione delle dimore" e si riferisce a 24 esercizi, abbastanza semplici ma profondi e molto efficaci, che hanno lo scopo di sciogliere, equilibrare, purificare e guarire i canali all'interno dei quali scorre l'energia vitale, per ristabilire benessere e armonia nel sistema corpo-mente-energia.

Le dimore a cui si fa riferimento, non sono soltanto specifici punti o zone del corpo fisico ma rappresentano le "case" di divinità ed essenze sacre, a sua volta collegate a 24 luoghi sacri di pellegrinaggio e di pratica del Buddhismo tibetano nelle alte montagne del Tibet e dell'Himalaya, dove risiedono speciali guardiani che sono i protettori spirituali di tali luoghi sacri.

Quando pratichiamo il Nejang è importante ricordare la visione ampia che sostiene tale pratica, per non cadere nella superficiale considerazione di semplici movimenti fisici da fare.

In realtà il potere e l'efficacia di una pratica non dipende solo dall'eseguire in modo più o meno corretto gli esercizi proposti, bensì dalla motivazione, dalla predisposizione interiore ad accogliere ed integrare il senso sottile della pratica stessa, nonché dalla consapevolezza e dalla concentrazione portata nell'eseguire i movimenti indicati.

I 24 esercizi descritti nel testo di riferimento che il dott. Nida ha poi tradotto e offerto a noi praticanti, furono in origine raccolti dal noto monaco tibetano Butön Rinchen Drup (1290-1364), in un piccolo testo dal titolo "Trulkhor dello Yoga in Sei Rami", che descrive l'addestramento che uno yogi deve compiere nella pratica del Tantra di Kalachakra.

Nelle parole del Dott. Nida, è sintetizzato il valore e l'efficacia dello yoga Nejang, "un metodo molto delicato per lavorare direttamente con il corpo, i suoi canali e le energie sottili. Un corpo in salute e una mente in salute costituiscono delle importanti fondamenta per una stabile pratica spirituale".

Esercizio Pratico

Prima di iniziare la pratica effettiva è importante generare la corretta motivazione altruistica che, nella tradizione tantrica fa riferimento a "I Quattro Incommensurabili", le quattro nobili virtù di Amore, pali: Metta; Compassione, pali: Karuna; Gioia, pali: Mudita; Equanimità, pali: Upekkha, che sostengono la mente e il cuore del praticante sulla via della crescita e trasformazione interiore, da applicare quotidianamente in tutti gli ambiti della propria vita.

Siedi in una comoda postura meditativa, se ti è possibile a gambe incrociate o su una sedia con i piedi paralleli ben saldi a terra e gentilmente porta l'attenzione ad un respiro calmo e rilassato.

Dal profondo del cuore lascia che si generi il desiderio che tutti gli esseri possano esseri liberi dalla sofferenza dell'esistenza condizionata, sotto qualsiasi forma essa si manifesti.

Quando senti che la mente e il cuore sono allineati in un sentimento di amorevole gentilezza

verso tutti gli esseri, lascia che affiori questa preghiera:

 

"Possano tutti gli esseri avere la felicità e le cause della felicità.

Possano tutti gli esseri essere liberi dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza.

Possano tutti gli esseri non essere mai separati dalla gioia suprema

che è al di là di ogni sofferenza.

Possano tutti gli esseri dimorare nell'equanimità, liberi da attaccamento

o avversione verso ciò che è vicino o lontano."

"La mente non crede che lo Spirito abbia potere e perciò continua a rimanere in quel livello di informazione e non si dà alla trasformazione totalmente"

~ Adele Berardi ~

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